Aggiornamento Covid-19 dalla Namibia
Sappiamo che la pandemia ha colpito tutti i paesi nel mondo con conseguenze drammatiche sulla popolazione. In tanti temiamo per L'Africa, meraviglioso e sofferto continente, poco citato dai media in questo periodo nonostante il consistente aumento di casi in Sudafrica, che al momento è il 5 paese al mondo per numero di contagi (circa mezzo milione di casi ufficiali).
Ringraziamo molti di voi per l'interesse ad avere aggiornamenti su come stanno i bambini e cosa sta succedendo in Namibia.
La Namibia ha chiuso i suoi confini e si è messa in lockdown a metà Marzo dopo i primi due casi di Covid-19 importati dall'estero. Sono stati chiusi subito gli aeroporti, le scuole, i negozi, i lodges e gli alberghi, i ristoranti e la tutta la filiera legata al turismo (una delle voci trainanti dell'economia del Paese); gli ospedali pubblici non sono sufficientemente "attrezzati", mentre le cliniche private restano accessibili a pochi. E' stata vietata la vendita di alcool e la vendita di qualsiasi bene lungo le strade; sono stati allestiti alcuni campi tendati per i senza tetto.
Complice l'inverno (le temperature sono molto rigide e di notte a Windhoek si scende a "zero gradi"), insieme al rimpatrio di namibiani che si trovavano all'estero e di autotrasportatori "positivi al Covid-19" provenienti dal Sudafrica, da metà giugno la Namibia è passata da poche decine di contagi a oltre 2.150 registrando anche i primi decessi. Chiaramente, al di là del numero reale dei contagi o delle vittime, che in fondo è il dato meno allarmante (semmai preoccupa la velocità con cui il virus si sta diffondendo), siamo molto preoccupati per il numero di persone licenziate repentinamente e senza nessuna forma di sostegno (non esistono ammortizzatori sociali). Il tasso di disoccupazione era già una piaga sociale, ma la pandemia ha aggravato la situazione. L'approvvigionamento di cibo e di acqua sta mettendo il Paese in ginocchio, soprattutto nelle periferie delle città (le popolose baraccopoli). Il problema più grave sta diventando quello che comunemente chiameremmo "fame". La situazione si sta aggravando di giorno in giorno ed è stata nuovamente disposta la chiusura delle scuole fino al grade 9 (comunicato ufficiale diramato alla popolazione dal Presidente della Namibia in data 31/07/2020).
Ma Happydu c'è e non si ferma MAI!
Abbiamo fatto tanto in 10 anni; potremmo scrivere la storia di tantissimi bambini a cui la nostra Associazione ha allungato una mano e ha dato il cuore disegnando per loro un percorso di vita basato principalmente sull'istruzione. In questi mesi difficili abbiamo, tra le altre cose, garantito lo stipendio ai nostri insegnanti e collaboratori namibiani, abbiamo continuato ad offrire sostegno allo studio ai nostri ragazzi e abbiamo rifornito tutti i nostri progetti di materiale igienizzante e D.P.I.. In queste ore ci stiamo organizzando per adeguarci alla nuova ordinanza disposta dal Governo della Namibia in data 31 luglio che impone, per l'aggravarsi della situazione, la nuova chiusura delle scuole e quindi del progetto Happydu Village (avevamo riaperto tutti i servizi di asilo, doposcuola, lezioni di musica e mensa da due settimane; ma ora siamo costretti a rispettare l'ordinanza e a chiudere per altri 28 giorni). Già dalla prossima settimana organizzeremo presso Happydu Village Soweto un servizio mensa per i nostri bambini e ragazzi garantendo loro almeno un pasto al giorno che forniremo in modalità "take away" (non sono consentiti assembramenti). Stiamo, inoltre, lavorando a stretto contatto con i nostri insegnanti in Namibia per avviare nuovamente una forma di didattica a distanza che prevede la consegna settimanale di compiti ed esercizi in formato cartaceo per tenere allenati i bambini e i ragazzi anche durante questa nuova chiusura forzata.
La situazione sta diventando sempre più difficile, ma Happydu c'è e vuole continuare ad esserci per centinaia di bambini/ragazzi e le loro famiglie!
Non vogliamo e non possiamo chiudere il "libro" che racconta di vite reali scritto da tante mani e con i sacrifici e la generosità di tante persone. Siamo consapevoli del momento difficile che il nostro Paese Italia sta attraverso. Ricordiamo i momenti in cui la gente cantava l'Inno d'Italia dai balconi di casa, facendoci sentire tutti parte di un'unica grande nazione; ma poi abbiamo smesso di farlo ... perchè? Oggi più che mai non solo dovremmo cantare l'Inno d'Italia, ma anche l'Inno di tutti i paesi del mondo perchè è abbracciando il nostro pianeta che ci sentiremo davvero tutti più vicini.
Insegniamo ogni giorno ai nostri bambini in Namibia a non essere "indifferenti" e mostrare "solidarietà": possiamo farlo anche noi. Sono i piccoli gesti che fanno la differenza.
Ringraziamo molti di voi per l'interesse ad avere aggiornamenti su come stanno i bambini e cosa sta succedendo in Namibia.
La Namibia ha chiuso i suoi confini e si è messa in lockdown a metà Marzo dopo i primi due casi di Covid-19 importati dall'estero. Sono stati chiusi subito gli aeroporti, le scuole, i negozi, i lodges e gli alberghi, i ristoranti e la tutta la filiera legata al turismo (una delle voci trainanti dell'economia del Paese); gli ospedali pubblici non sono sufficientemente "attrezzati", mentre le cliniche private restano accessibili a pochi. E' stata vietata la vendita di alcool e la vendita di qualsiasi bene lungo le strade; sono stati allestiti alcuni campi tendati per i senza tetto.
Complice l'inverno (le temperature sono molto rigide e di notte a Windhoek si scende a "zero gradi"), insieme al rimpatrio di namibiani che si trovavano all'estero e di autotrasportatori "positivi al Covid-19" provenienti dal Sudafrica, da metà giugno la Namibia è passata da poche decine di contagi a oltre 2.150 registrando anche i primi decessi. Chiaramente, al di là del numero reale dei contagi o delle vittime, che in fondo è il dato meno allarmante (semmai preoccupa la velocità con cui il virus si sta diffondendo), siamo molto preoccupati per il numero di persone licenziate repentinamente e senza nessuna forma di sostegno (non esistono ammortizzatori sociali). Il tasso di disoccupazione era già una piaga sociale, ma la pandemia ha aggravato la situazione. L'approvvigionamento di cibo e di acqua sta mettendo il Paese in ginocchio, soprattutto nelle periferie delle città (le popolose baraccopoli). Il problema più grave sta diventando quello che comunemente chiameremmo "fame". La situazione si sta aggravando di giorno in giorno ed è stata nuovamente disposta la chiusura delle scuole fino al grade 9 (comunicato ufficiale diramato alla popolazione dal Presidente della Namibia in data 31/07/2020).
Ma Happydu c'è e non si ferma MAI!
Abbiamo fatto tanto in 10 anni; potremmo scrivere la storia di tantissimi bambini a cui la nostra Associazione ha allungato una mano e ha dato il cuore disegnando per loro un percorso di vita basato principalmente sull'istruzione. In questi mesi difficili abbiamo, tra le altre cose, garantito lo stipendio ai nostri insegnanti e collaboratori namibiani, abbiamo continuato ad offrire sostegno allo studio ai nostri ragazzi e abbiamo rifornito tutti i nostri progetti di materiale igienizzante e D.P.I.. In queste ore ci stiamo organizzando per adeguarci alla nuova ordinanza disposta dal Governo della Namibia in data 31 luglio che impone, per l'aggravarsi della situazione, la nuova chiusura delle scuole e quindi del progetto Happydu Village (avevamo riaperto tutti i servizi di asilo, doposcuola, lezioni di musica e mensa da due settimane; ma ora siamo costretti a rispettare l'ordinanza e a chiudere per altri 28 giorni). Già dalla prossima settimana organizzeremo presso Happydu Village Soweto un servizio mensa per i nostri bambini e ragazzi garantendo loro almeno un pasto al giorno che forniremo in modalità "take away" (non sono consentiti assembramenti). Stiamo, inoltre, lavorando a stretto contatto con i nostri insegnanti in Namibia per avviare nuovamente una forma di didattica a distanza che prevede la consegna settimanale di compiti ed esercizi in formato cartaceo per tenere allenati i bambini e i ragazzi anche durante questa nuova chiusura forzata.
La situazione sta diventando sempre più difficile, ma Happydu c'è e vuole continuare ad esserci per centinaia di bambini/ragazzi e le loro famiglie!
Non vogliamo e non possiamo chiudere il "libro" che racconta di vite reali scritto da tante mani e con i sacrifici e la generosità di tante persone. Siamo consapevoli del momento difficile che il nostro Paese Italia sta attraverso. Ricordiamo i momenti in cui la gente cantava l'Inno d'Italia dai balconi di casa, facendoci sentire tutti parte di un'unica grande nazione; ma poi abbiamo smesso di farlo ... perchè? Oggi più che mai non solo dovremmo cantare l'Inno d'Italia, ma anche l'Inno di tutti i paesi del mondo perchè è abbracciando il nostro pianeta che ci sentiremo davvero tutti più vicini.
Insegniamo ogni giorno ai nostri bambini in Namibia a non essere "indifferenti" e mostrare "solidarietà": possiamo farlo anche noi. Sono i piccoli gesti che fanno la differenza.
Happydu Village e periferia di Windhoek e Swakopmound
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Canteremo insieme a voi affinchè il vostro inno si possa sentire ovunque...
Lezioni di musica Happydu Village ante lockdown
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